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domenica 20 marzo 2016
mercoledì 2 dicembre 2015
Noi già le Moschee, ma loro hanno le nostre Chiese? Ogni Paese ha diritto ha le sue Tradizioni, ma anche poterle conoscere e festeggiare insieme
Secondo me riguardo la decisione di Rozzano;
Personalmente ho da dire questo;
L’Italia è come tutti i Paesi fatta di antiche usanze, e tradizioni che la rendono particolare e caratteristica.
Allora come per tutti i Paesi, pesno, che nel rispetto ovviamente di ogni Religione, Sarebbe corretto che essemdo “casa nostra”
si divrebbe lasciare primariamente come per “ogni casa”, la nostra tradizionale Religione. e usanza.
Poi Noi abbiamo già messo le Sinagoghe e va bene, ma loro hanno messo le nostre Chiese?
mi sembrerebbe giusto, corretto e rispettoso .
il Natale, è già una Sacra Festività multietnica.
Solo che noi amiamo festeggiarla come è la nostra antica trdizione Ma ognuno quì da noi può parteciparne proprio perché è universale!
Se io vado in un altro Paese rispetto e mi adeguo alle loro usanze!
Quindi trovo giusto che gli altri Paesi e popoli che vengono nella nostra casa facciano lo stesso . Mi sembra coerente no?
Quindi anche nelle scuole si dovrebbero innanzitutto insegnare e imparare a rispettare le usanze di un Paese ospite, che caratterizza la sua conoscenza.
Questo senza dover negare uno studio di altre !
Serene Festività Natalizie a tutti nella Pace e Amore <3<3<3
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domenica 26 luglio 2015
Madonnina Fiumarola
FESTA DE "NOANTRI" (feta di noi altri)! Sotto la storia della Festività;
"Sono andata a questa tipica tradizionale Festa romana, del Quartiere di Trastevere, per l'appuntamento con La Madonnina Fiumarola, come ogni anno. Che bella festa, amici ve la consiglio, c'è di tutto e di pià , Sacro e divertimento, sopra e dotto il Lungo Tevere.... Preghiere, cantanti da ogni parte, bancarelle ristoranti, musica, spettacoli, bellissima festa, Oggi mi hanno portata lì ed ero entustuasta come una bimba,, poi la tipica porchetta d'Ariccia, tutto rustico, Una vera Sacra ! Ciao Ci sarà ancora fino a domani ma le bancarelle fino a fine mese, poi ci sono altre feste ...........................!"
FESTA DE NOANTRI
---------------------------------------
Cade oggi la Festa de Noantri, "noi altri" in romano. Chi sono i Noantri? Sono i trasteverini, ovvero gli abitanti della zona Trastevere, così qualificati per distinguersi dagli altri rioni di Roma, ovvero i "Voantri". L'etichetta nasce da questo scioglilingua che si tramanda, di un trasteverino che una volta si rivolse così ad un romano estraneo al Rione che, approfittando del giorno della festa, infastidiva una trasteverina: “Che ne diressivo voantri si noantri quando venissimo alle festa de voantri ce comportassimo come ve comportate voantri alla festa de noantri?
La Festa de Noantri si lega alla Madonna del Carmine, che cade proprio oggi, 16 Luglio e si protrae per tutta la settimana in feste e iniziative - religiose o meno - in tutto il quartiere.
Il culto della Vergine risale a metà del 1500 quando fu ritrovata alla foce del Tevere una statua di legno della Madonna. La statua fu consegnata dai marinai ai frati carmelitani della basilica di San Crisogono, che riconobbero in essa la vergine del loro ordine. La Madonna “fiumarola” divenne in questo modo protettrice dei trasteverini. Dopo vari spostamenti la Madonna fu collocata nella Chiesa di Sant’ Agata dove ancora si trova. Da qui la vergine esce soltanto una volta l’anno, il sabato successivo al 16 Luglio, ovvero sabato 25 luglio. Rivestita di preziosi abiti e gioielli donati dai fedeli, la statua è portata in processione da San’Agata a San Crisogono, dove rimarrà otto giorni per adorazione e l’intero Rione Trastevere è in Festa.
I giorni della festa, definiti scherzosamente "otto giorni di caciara", coinvolgono un po’ tutti, trasteverini, appartenenti agli altri rioni e turisti, mentre si rinnovano le tradizioni, ritornano caratteristiche cerimonie e si ripetono antichi riti.
L’edizione 2015 sarà dedicata alla valorizzazione di due grandi artisti esponenti della cultura romana: Gabriella Ferri per la musica e Giuseppe Gioacchino Belli per la poesia.
"Sono andata a questa tipica tradizionale Festa romana, del Quartiere di Trastevere, per l'appuntamento con La Madonnina Fiumarola, come ogni anno. Che bella festa, amici ve la consiglio, c'è di tutto e di pià , Sacro e divertimento, sopra e dotto il Lungo Tevere.... Preghiere, cantanti da ogni parte, bancarelle ristoranti, musica, spettacoli, bellissima festa, Oggi mi hanno portata lì ed ero entustuasta come una bimba,, poi la tipica porchetta d'Ariccia, tutto rustico, Una vera Sacra ! Ciao Ci sarà ancora fino a domani ma le bancarelle fino a fine mese, poi ci sono altre feste ...........................!"
FESTA DE NOANTRI
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Cade oggi la Festa de Noantri, "noi altri" in romano. Chi sono i Noantri? Sono i trasteverini, ovvero gli abitanti della zona Trastevere, così qualificati per distinguersi dagli altri rioni di Roma, ovvero i "Voantri". L'etichetta nasce da questo scioglilingua che si tramanda, di un trasteverino che una volta si rivolse così ad un romano estraneo al Rione che, approfittando del giorno della festa, infastidiva una trasteverina: “Che ne diressivo voantri si noantri quando venissimo alle festa de voantri ce comportassimo come ve comportate voantri alla festa de noantri?
La Festa de Noantri si lega alla Madonna del Carmine, che cade proprio oggi, 16 Luglio e si protrae per tutta la settimana in feste e iniziative - religiose o meno - in tutto il quartiere.
Il culto della Vergine risale a metà del 1500 quando fu ritrovata alla foce del Tevere una statua di legno della Madonna. La statua fu consegnata dai marinai ai frati carmelitani della basilica di San Crisogono, che riconobbero in essa la vergine del loro ordine. La Madonna “fiumarola” divenne in questo modo protettrice dei trasteverini. Dopo vari spostamenti la Madonna fu collocata nella Chiesa di Sant’ Agata dove ancora si trova. Da qui la vergine esce soltanto una volta l’anno, il sabato successivo al 16 Luglio, ovvero sabato 25 luglio. Rivestita di preziosi abiti e gioielli donati dai fedeli, la statua è portata in processione da San’Agata a San Crisogono, dove rimarrà otto giorni per adorazione e l’intero Rione Trastevere è in Festa.
I giorni della festa, definiti scherzosamente "otto giorni di caciara", coinvolgono un po’ tutti, trasteverini, appartenenti agli altri rioni e turisti, mentre si rinnovano le tradizioni, ritornano caratteristiche cerimonie e si ripetono antichi riti.
L’edizione 2015 sarà dedicata alla valorizzazione di due grandi artisti esponenti della cultura romana: Gabriella Ferri per la musica e Giuseppe Gioacchino Belli per la poesia.
Oggi, Sant'Anna
BUON FESTA DI SANT ANNA A TUTTI :-) <3
Oggi Sacra ricorrenza importante della Madre di Maria Santissima--------------------------------------------------------------------------------------..
Nonostante che di S. Anna ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente.
Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.
È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto “Protovangelo di san Giacomo”, scritto non oltre la metà del II secolo. Questi scritti benché non siano stati accettati formalmente dalla Chiesa e contengono anche delle eresie, hanno in definitiva influito sulla devozione e nella liturgia, perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche e in sintonia con la tradizione, come la Presentazione di Maria al tempio e l’Assunzione al cielo, come il nome del centurione Longino che colpì Gesù con la lancia, la storia della Veronica, ecc.
Il “Protovangelo di san Giacomo” narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica; un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: “Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole”.
Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.
L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.
Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”.
Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il “Protovangelo di san Giacomo” conclude: “Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia ‘prediletta del Signore’”.
Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l’assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch’ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.
Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.
L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come “l’incontro alla porta aurea” di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche.
I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.
Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all’età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la “Santa Parentela” di Gesù.
Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di s. Anna.
L’affermazione del culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, la sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di s. Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius “Tractatus de laudibus sanctissimae Annae” (Magonza, 1494).
Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.
Artisti di tutti i tempi hanno raffigurato Anna quasi sempre in gruppo, come Anna, Gioacchino e la piccola Maria oppure seduta su una alta sedia come un’antica matrona con Maria bambina accanto, o ancora nella posa ‘trinitaria’ cioè con la Madonna e con Gesù bambino, così da indicare le tre generazioni presenti.
Dice Gesù nel Vangelo “Dai frutti conoscerete la pianta” e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato dalla annosa pianta: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, colei che preservata dal peccato originale doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo.
Dalla santità del frutto, cioè di Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
Oggi Sacra ricorrenza importante della Madre di Maria Santissima
Nonostante che di S. Anna ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente.
Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.
È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto “Protovangelo di san Giacomo”, scritto non oltre la metà del II secolo. Questi scritti benché non siano stati accettati formalmente dalla Chiesa e contengono anche delle eresie, hanno in definitiva influito sulla devozione e nella liturgia, perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche e in sintonia con la tradizione, come la Presentazione di Maria al tempio e l’Assunzione al cielo, come il nome del centurione Longino che colpì Gesù con la lancia, la storia della Veronica, ecc.
Il “Protovangelo di san Giacomo” narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica; un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: “Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole”.
Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.
L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.
Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”.
Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il “Protovangelo di san Giacomo” conclude: “Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia ‘prediletta del Signore’”.
Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l’assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch’ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.
Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.
L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come “l’incontro alla porta aurea” di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche.
I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.
Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all’età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la “Santa Parentela” di Gesù.
Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di s. Anna.
L’affermazione del culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, la sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di s. Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius “Tractatus de laudibus sanctissimae Annae” (Magonza, 1494).
Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.
Artisti di tutti i tempi hanno raffigurato Anna quasi sempre in gruppo, come Anna, Gioacchino e la piccola Maria oppure seduta su una alta sedia come un’antica matrona con Maria bambina accanto, o ancora nella posa ‘trinitaria’ cioè con la Madonna e con Gesù bambino, così da indicare le tre generazioni presenti.
Dice Gesù nel Vangelo “Dai frutti conoscerete la pianta” e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato dalla annosa pianta: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, colei che preservata dal peccato originale doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo.
Dalla santità del frutto, cioè di Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
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